venerdì 5 ottobre 2018

In Calabria il 13 e 14 Ottobre le giornate FAI



Le giornate del FAI  d’Autunno in Calabria 13 e 14 Ottobre

CARLOPOLI (CZ)
ABBAZIA DI SANTA MARIA Di CORAZZO
L’abbazia di Santa Maria di Corazzo, i cui ruderi imponenti affascinano i suoi visitatori, fu fondata dai monaci Benedettini nel corso dell’XI secolo nei pressi del fiume Corace, per poi passare intorno all'anno 1000 ai monaci cistercensi. L'apice del suo splendore si raggiunge grazie alla presenza del grande padre spirituale Gioacchino da Fiore, che a Corazzo fu abate dal 1177 fino al 1187. La struttura dell’abbazia conserva ancora oggi un chiaro impianto architettonico e funzionale. Le comunicazioni con l’esterno avvenivano tramite una grande porta presso cui stazionava un monaco e tutti gli edifici erano posizionati attorno al chiostro, rigorosamente quadrato secondo i dettami cistercensi, con al centro il pozzo e il lavabo sul lato orientale. La chiesa, a croce latina con abside rettangolare e transetto, era disposta sul lato nord e occupava la parte più elevata del terreno. Nella sua parte settentrionale è ancora visibile la porta dei morti che immetteva nel cimitero monastico.

SOVERIA MANNELLI (CZ)
CHIESA di SAN GIOVANNI BATTISTA
La Chiesa di San Giovanni Battista, intitolata al patrono della città, venne edificati su i resti di un antico Oratorio. All'esterno presenta delle linee e forme architettoniche molto semplice, frutto dei numerosi rifacimenti effettuati nel corso dei primi del XIX secolo, mentre il campanile fu realizzato nel primo Novecento. Varcato il portale d'ingresso con decorazione in pietra, si accede all'interno caratterizzato da un impianto a tre navate, con fregi e decorazioni in stucco e la volta interamente decorata con storie tratte dal Nuovo Testamento. L'altare in marmi policromi intagliati, proveniente dalla vicina Abbazia di Santa Maria di Corazzo è attribuito ad allievi di Cosimo Fanzago, ed è stato riconosciuto monumento nazionale nel 1910. Nella navata centrale, è custodito il busto ligneo di San Giovanni Battista di scuola napoletana.

CASA EDITRICE RUBETTINO
La Rubbettino nasce nel 1972 grazie ad una intuizione di Rosario Rubbettino, giovane segretario di Scuola Media che, animato dalla passione per la carta stampata, decide di lasciare “il posto sicuro” per lanciarsi in questa iniziativa imprenditoriale. La mancanza di collegamenti rapidi col resto d’Italia e l’inefficienza degli uffici pubblici fanno sembrare impossibile la sfida intrapresa. Il primo volume di 600 pagine, interamente stampato a piombo, è un libro di filosofia. Nel 1976 l’azienda si dota di un primo vero e proprio stabilimento industriale (destinato ad opere di ampliamento ogni due anni) fornito di nuove tecnologie: le linotype fanno posto ai primi sistemi di composizione elettronica, il piombo fa spazio alla stampa offset. Ad oggi, l’azienda rappresenta una vera e propria eccellenza manifatturiera e, allo stesso tempo, grazie al suo legame con il territorio, è sicuramente un importante riferimento sociale e culturale della regione.

CAMILLO SIRIANNI s.a.s.
La Camillo Sirianni S.a.s. è stata fondata da Angelo Sirianni nel 1909 che, a soli vent'anni, iscrive la propria attività presso la Camera di Commercio di Catanzaro, adattando un piccolo magazzino nel centro storico di Soveria Mannelli a laboratorio artigianale di falegnameria. Oggi rappresenta un efficiente modello industriale, temperato dalla cura artigianale della sua tradizione nell'attenzione alla qualità del prodotto ed alla gestione del servizio che offre. Attraverso un ciclo di produzione completo di trasformazione del legno, lavorazione dell’acciaio, verniciatura ed imballaggio, la Camillo Sirianni S.a.s. oggi progetta e realizza oltre 1.000 articoli ed esporta in oltre 35 Paesi nel Mondo. Nel 2009 l'Azienda ha compiuto e festeggiato i 100 ANNI con la pubblicazione di un book che ripercorre la sua storia.

LANIFICIO LEO
Dal 1873, la vita del Lanificio Leo si intreccia con quella del territorio di appartenenza, le sue risorse naturali, culturali e umane. Una geografia irregolare dove si respira la bellezza semplice della dimensione rurale, e l’operosità dell’uomo è ciò da cui tutto ha origine. Il Lanificio Leo è oggi uno dei casi più significativi di azienda-museo e un brand a vocazione internazionale i cui valori identitari, trasmessi anche grazie a una comunicazione visiva fresca e d’impatto, parlano un linguaggio contemporaneo. Il recupero e la valorizzazione del patrimonio tecnologico e del saper fare tradizionale sono al centro della creazione e del Museo d’impresa, uno strumento di ricerca dinamico e attivo che trasmette valori, segni, tecniche. La fabbrica allarga i suoi confini e diviene luogo del sapere in cui la conoscenza diventa coscienza, e il luogo fisico si fa l’incubatore in cui le idee prendono forma.

BIBLIOTECA “Michele CALIGIURI”
La biblioteca viene istituita nel 2006 da Mario Caligiuri, docente dell'Università della Calabria, Vice Sindaco di Soveria Mannelli. Il primo nucleo della biblioteca nasce dalla passione per i libri nutrita dal padre di Mario, Michele, al quale la biblioteca è intitolata. Il professore, ereditando la stessa passione, per la cultura e lo studio incrementerà nel corso degli anni la collezione, tanto da dotare la biblioteca di volumi che spaziano dalla storia d'Italia, agli usi e costumi, all'arte e alla letteratura.

COSENZA

ACQUEDOTTO DEL MERONE e PARCO delle RIMEMBRAZE
L'Acquedotto del Merone,ubicato sulla panoramica collina Muoio,risale al 1932.La posizione elevata ispirò il prospetto castellano per esaltarne la fondamentale importanza nel contesto dei servizi urbani.L’architettura riflette una miscela di stile neogotico e neorinascimentale con finestre ogivali,tipica dell’epoca fascista.L’impianto è composto dal grande serbatoio interrato e dalle camere di manovra.Fu completato con il vicino Parco delle Rimembranze,dai viali soprastanti la struttura orizzontale del serbatoio,con una ricca vegetazione arborea.Dalla relazione di progetto: "si è ritenuto opportuno dare al prospetto del serbatoio una veste architettonica perché un'opera di così grande importanza cittadina avesse la sua parte appariscente che è favorita dalla posizione delle colline Muoio che dominano tutta la città. Il prospetto si è intonato allo stile Lombardo che meglio si presta, anche con masse modeste, a realizzare un insieme robusto e austero come si addice ad opere del genere"

SPEZZANO DELLA SILA (CS)
I GIGANTI DELLA SILA
Unico nel suo genere, questo maestoso bosco secolare nel centro della Calabria sopravvive intatto dal Seicento all’ombra dei suoi imponenti “patriarchi”, che danno origine a un grandioso spettacolo della natura. Sull’altipiano della Sila si conservano alberi alti fino a 45 metri, dal tronco largo 2 e dall’età straordinaria di 350 anni, testimoni delle antiche selve silane. Un bosco ultracentenario con oltre 60 esemplari di pini larici e aceri montani piantati nel Seicento dai Baroni Mollo.

BIVONGI (RC)

MONASTERO DI SAN GIOVANNI THERESTIS
Siamo nella Vallata dello Stilaro, sul “Monte Athos della Calabria” un pianoro tra i fiumi Stilaro e Assi, dove sorge il monastero arabo-bizantino-normanno di San Giovanni Therestìs (Mietitore) dell' XI secolo. Nel 1912, grazie a Paolo Orsi, impegnato nel restauro della vicina Cattolica di Stilo, avviene la riscoperta e il grido d’allarme al mondo per “salvare un gioiello di architettura”. I due restauri del 1990 e del 2000 lo hanno riportato al suo antico splendore. Un luogo spirituale dove ha vissuto il monaco Giovanni imitando la vita eremitica dei santi locali Nicola e Ambrogio. Il monastero venne abbandonato dopo lo scisma del 1054 e ritornato vivo nel 1994 per la presenza dei monaci che custodiscono il Santo. Nel marzo 2001, ha ricevuto la visita storica del patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I. Attualmente vi risiede stabilmente una comunità monastica appartenente alla Diocesi Romena Ortodossa d'Italia.

CHIESA MARIA SANTISSIMA MAMMA NOSTRA
L'attuale chiesa, in passato conosciuta come Chiesa di San Giovanni Battista Decollato, è costruita su una chiesetta preesistente. Fu distrutta dal terremoto del 1783 e ricostruita nel 1796. Al suo interno si trovano molte preziosità artistiche come la statua di Maria SS. Mamma Nostra, opera di maestranze napoletane del 1700, un capolavoro tra i più importanti della scultura lignea del '700 in Calabria. Nella statua è rappresentata la figura della Vergine con alcuni angioletti che stanno sulla base, realizzati a Napoli nel 1747. Di rilevante interesse è anche la base realizzata dal grande maestro serrese, Giuseppe Barillari. All’interno della Chiesa è presente la statua lignea dell’Immacolata, commissionata a Giuseppe Picano nel 1782, che si contraddistingue per il bellissimo volto e per il drappeggio ondulato su tutto il corpo. Di particolare pregio sono, inoltre, la luna, posizionata sotto i suoi piedi, e gli angioletti, tipicamente rococò.

CENTRALE IDROELETTRICA E SITO TERMALE “Bagni di Guida”
Immersi nel verde tra ontani, faggi, elci e abeti e solcati dal fiume Stilaro, sorgono la Centrale Idroelettrica e il sito termale “Bagni di Guida”. La Centrale è un gioiello della tecnologia dei primi del '900, sorta per volontà di alcuni bivongesi e riportata anche dalla rivista tecnica nazionale di elettricità. Risale, invero, al 12 luglio del 1914 la data in cui venne schiacciato il pulsante dell’interruttore di una delle prime centrali idroelettriche del meridione che illuminò le abitazioni e le pubbliche vie. Di fianco alla Centrale, sorge lo stabilimento termale a cui si deve il primo movimento turistico-termale di Bivongi iniziato nel 1850. Le recenti analisi delle 'Acque Sante', effettuate dal prof. Antonino De Lorenzo dell’università Tor Vergata di Roma, hanno confermato gli effetti terapeutici dell’acqua di Guida. Per molti studiosi in tali 'acque' si nasconde uno dei segreti della longevità dei bivongesi. I due siti vennero abbandonati dopo le alluvioni degli anni ’50.

MULINO DO FORNU
L’area dove insistono ancora oggi i resti di un antico opificio è chiamata “angra do fhurnu” (orto del forno) e/o “Argalia” (luogo dove batteva il maglio). Il mulino “do Furnu”, costituisce, insieme alla contigua Ferriera Fieramosca, una straordinaria testimonianza del passato industriale della vallata dello Stilaro. Realizzato nel XIII secolo dai circestensi, nel corso dei secoli, l’antico forno per l’argento fu trasformato in ferriera per produrre granate per l’esercito reale e, fino al sec. XVII, appartenne alla famiglia Fieramosca. Il mulino venne utilizzato fino al XVIII secolo per la frantumazione della galena, cioè, solfuro di piombo ricco di argento, che costituisce il principale minerale per l’estrazione del piombo, sfruttato fin dagli albori della civiltà. Sui resti della ferriera venne poi realizzata una conceria che rimase attiva fino agli anni ’50.


SANTA SEVERINA (KR)
FONTANA VECCHIA
La Fontana Vecchia venne fatta costruire nel 1890 dall’Arcivescovo De Risio, a testimonianza di ciò è ancora ben visibile in alto sulla parte frontale della fontana lo stemma dello stesso arcivescovo e un’epigrafe in latino a ricordo. L'arcivescovo fece arrivare l’acqua dal monte “Petrirta” in paese nel 1890 e da alcuni documenti ricaviamo che spesa fu di ben 24.000 lire. Fino a quel tempo i cittadini si servivano sia per bere che per altri usi dell’acqua piovana, che raccoglievano in cisterne pubbliche o private, in attesa della nascita dell’acquedotto Silano, che portò l’acqua in paese nel 1914. Annesso alla fontana vi era anche un abbeveratoio per animali, in particolare per cavalli, che venivano ferrati nella forgia di Mastro Giovanni situata proprio accanto.Anche i contadini usavano fermarsi lì a rifornirsi di acqua più volte al giorno. La fontana, dunque, fin dalla sua costruzione ebbe una importante funzione sociale per tutta la popolazione e ancora adesso è luogo di sosta

REGGIO CALABRIA
STAZIONE SPERIMENTALE PER LE INDUSTRIE DELLE ESSENZE
La stazione sperimentale per le industrie delle essenze e dei derivati degli agrumi è stata istituita nel 1918, è stato un prestigioso ente pubblico di rilevanza nazionale, fortemente legato alla industria agrumaria presente nella provincia di Reggio Calabria ed in particolare alle attività connesse alla coltivazione del bergamotto ed alla produzione dei suoi derivati quali l’essenza di cui l’istituto era unico ente certificatore della denominazione di origine protetta “Bergamotto di Reggio Calabria-olio essenziale”. Purtroppo questo “gioiello” della città a seguito di un periodo di crisi dell’industria agrumaria e del bergamotto è stato negli anni svuotato di competenze fino ad essere di fatto dimenticato, oggi che le attività e le esportazioni legate alla coltivazione del bergamotto sono finalmente di nuovo in crescita potrebbe riprendere a pieno un suo ruolo. La stazione ospita al suo interno oltre i laboratori anche una biblioteca con l’archivio ed un piccolo museo storico.

PIZZO CALABRO (VV)

ANTICO COLLEGAMENTO TRA LA MARINA ED IL CASTELLO
Si tratta di una porzione del percorso che anticamente collegava la marina al rione del borgo superiore, dove si trovano il Castello di Murat e diversi palazzi nobiliari. Questo percorso alterna scalinate panoramiche e gallerie scavate nella roccia. Purtroppo, non è più possibile ripercorrere il tragitto interamente a causa dell’inagibilità dei alcuni tratti; ma grazie alla concessione del proprietario di una delle gallerie, avrete la possibilità di accedere alla prima porzione di questo camminamento.

ANTICA CAVA
Il primo tratto inizia dal santuario rupestre di Piedigrotta, piccola chiesta che mostra la precedente pertinenza all’impianto di cava in quanto ingloba un ambiente già dedicato a magazzino o cisterna dove è presente una piccola sorgente di acqua dolce. Il secondo tratto di cava inizia con la falesia che, attualmente, termina in mare e impedisce il passaggio diretto alla zona successiva. Sul fronte residuo sono evidenti le tracce delle assise e nel breve tratto in cui la falesia retrocede è possibile notare le tracce di coltivazione a gradini, un blocco no distaccato e una grotta. Il tratto finale della cava inizia con il cosiddetto scoglio “Catena”, sulla sommità risulta ricavata una grossa bitta che ha svolto la funzione di punto di ancoraggio della rete di sbarramento della tonnara di Pizzo, attiva almeno dalla fine del quattrocento fino alla metà del secolo scorso. Le prospezioni subacquee hanno confermato la presenza di blocchi entro la profondità di circa 10 m.

TONNARA ANTICA
La loggia della tonnara Antica detta «tonnara Grande» o «Antica» o «tonnara d' 'a Praja» è una delle quattro installate nel comprensorio di Pizzo, fa parte della categoria delle” tonnare di corsa” che intrappolavano i pesci durante la loro corsa verso la riproduzione. L’antica tonnara apparteneva alle entrate feudali delle famiglie De Silva e Mendoza, principi di Mileto e pare che la prima messa in mare risalga al 1475 (1). Ogni tonnara possedeva sulla spiaggia ampi appezzamenti di terreno con capaci strutture in muratura, dette «logge». in piena attività, le funzioni delle «logge» erano molteplici e comprendevano anche la pesatura dei pesci catturati, la sezionatura e la salagione, le trattative e le vendite. Nei periodi in cui le tonnare non erano operanti, nelle «logge» venivano immagazzinati i barconi, i rimorchiatori, le ancore, reti, cordami e altre attrezzature. (1)Le tonnare in Calabria nel XVI e XVII secolo, Autarchia alimentare, di Ernesta Bruni Zadra, dicembre 1979

TONNARA PICCOLA
La tonnara Piccola, detta «delli Gurni» o «Tonnarella», fu calata in mare nel 1578. La decisione di impiantarla fu presa dalla principessa Anna de Silva de Mendoza. Il suo sorgere, infatti, provocò una violenta reazione da parte del duca di Monteleone, proprietario delle due tonnare di Bivona e di S. Venere, il quale temeva che questo impianto concorrenziale, avrebbe danneggiato l'attività delle sue imprese. la tonnara «d' 'a Gurna» che pescava tonni di piccole dimensioni, ma in maggior numero rispetto alla tonnara grande. Ebbe una prima «loggia» situata nella spiaggetta «Seggiola», dove esistono ancora i ruderi e, successivamente, una seconda «loggia» più comoda, posta nella spiaggia del Rione Marina. Nella «loggia» della «Seggiola», oltre alla salagione, fu praticata anche la cottura per la produzione del tonno all'olio.

CHIESETTA MADONNA DI PIEDIGROTTA
Si affaccia nel Golfo di Sant'Eufemia e la sua storia si perde nei tempi, intorno al 1600. Si tratta della chiesetta di Piedigrotta a Pizzo, interamente scavata nel tufo e meta di pellegrinaggi da ogni parte del mondo. All'interno della chiesetta, custodita come in uno scrigno in una grotta che volge lo sguardo su quello specchio d'acqua che e' il Tirreno, ci si imbatte in sorprendenti statue plasmate dalla maestria di un artista locale, Angelo Barone, che impiego' quasi 40 anni per dare al tufo l'aspetto che oggi e' visibile a tutti, creando dei veri e propri capolavori e ''raccontando'' in circa cento statue il presepe, la moltiplicazione dei pani e dei pesci, la vita del Cristo, le storie dei Santi. E sono le stesse statue che affascinano il pellegrino visitatore, non solo per il fatto che sembrano quasi emergere dal tufo, ma anche grazie ad un gioco di luci che filtrano dalle varie aperture naturali dell'anfratto.

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