L'antico abitato di Nardodipace, oggi noto come “Nardodipace Vecchio”, sorgeva a circa 6 km di distanza dall'attuale centro urbano, nella valle del Torrente Ancinale, nel cuore delle Serre calabresi. Questo borgo fu abitato fino agli anni '50, quando un evento drammatico ne segnò il destino.
Storia dell'antico abitato
Origini: L'insediamento originario risale probabilmente al XVIII secolo come casale di Fabrizia. La zona, ricca di boschi e risorse naturali, era abitata da comunità montane dedite soprattutto all'agricoltura, alla pastorizia e alla lavorazione del legno.
La catastrofe del 1951: Un’alluvione devastante colpì la zona, causando smottamenti e danni gravissimi all’abitato. La calamità fu così distruttiva da rendere necessaria la ricostruzione del paese in un’area più sicura e in quota, nella località chiamata Ciano, dove sorge l’attuale Nardodipace.
Abbandono e rovina: Dopo il trasferimento, il vecchio borgo fu abbandonato. Oggi rimangono solo ruderi e resti delle antiche case in pietra, invase dalla vegetazione. Si possono ancora distinguere tratti di mulattiere, muri a secco e le fondamenta di edifici rurali.
Valore culturale e paesaggistico
L'antico abitato di Nardodipace ha un importante valore storico e identitario per la comunità locale. Costituisce una memoria tangibile del passato contadino e montano, e, grazie al contesto naturalistico in cui è immerso, offre suggestioni paesaggistiche e spunti per iniziative di turismo sostenibile e riscoperta culturale.
I geositi A e B di Nardodipace, situati nel cuore del Parco Naturale regionale delle Serre in provincia di Vibo Valentia, rappresentano due affascinanti complessi megalitici che suscitano grande interesse per le loro caratteristiche uniche e le origini misteriose.
GEOSITI A e B
Scoperti nel 2002 a seguito di un incendio che disboscò l'area,, i due geositi A e B si trovano a circa 200mt l'uno dall'altro.
Il geosito A rappresenta una struttura piramidale composta da enormi blocchi di granito e quarzo, alcuni dei quali pesano fino a 200 tonnellate.
Il Geosito B, sebbene meno imponente , è altrettanto significativo per la sua disposizione geometrica e le dimensioni delle pietre.
Entrambi i siti mostrano segni di lavorazione umana, come incastri precisi e incisioni, che suggeriscono un'origine antropica piuttosto che naturale.
ORIGINI e INTERPRETAZIONI
Le origini di questi megaliti sono oggetto di dibattito. Alcuni studiosi li attribuiscono al popolo dei Pelasgi, una civiltà pre-ellenica descritta da Omero, che avrebbe costituito tali strutture per scopi rituali o funerari. Altri suggeriscono che possono essere stati utilizzati come osswervatori astronomici, data la loro disposizione e allineamento.
COLLABORAZIONI SCIENTIFICHE
Per approfondire la conoscenza di questi siti, il Parco Naturale Regionale delle Serre ha stipulato un accordo con l'Università della Calabria coinvolgendo il Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra .
L'obiettivo è condurre studi dettagliati sulla natura, l'origine e l'evoluzione geologico – geomorfologica dei megaliti, promuovendo al contempo la tutela e la valorizzazione dell'area
CONTESTO STORICO Di NARDODIPACE
Nardodipace fu fondato nel XVIII secolo come casale di Fabrizia e divenne comune autonomo nel 1901. Nel 1951, a causa di una devastante alluvione, l'abitato fu ricostruito a 6 Km più a monte , nella località di Ciano, mentre il vecchio centro fu progressivamente abbandonato . Dal 2004, il territorio di Nardodipace è incluso nel Parco Naturale Regionale delle Serre.
Questi Geositi rappresentano non solo un patrimonio geologico di rilievo, ma anche una opportunità per approfondire la storia antica della Calabria e delle civiltà che l'anno abitata .
0 commenti:
Posta un commento