A Isca la "Tragedia S. Marziale Martire"
Vicenda tra pathos e devozione. Sindaco: iter patrimonio Unesco
Cinquanta
personaggi tutti interpretati da attori amatoriali rintracciati tra i cittadini
del posto. Un pathos ed una devozione che affiorano ad ogni frase recitata
della "Tragedia di San Marziale Martire", opera scritta in
endecasillabo sciolto circa 90 anni fa e donata alla comunità di Isca sullo
Ionio che, a cadenza settennale, viene rappresentata dagli abitanti e che si
conferma motivo di richiamo turistico, specie per i tanti migranti che
aspettano questa data come un appuntamento fisso per tornare nel paese di
origine e riempire le vie e la piazza del borgo antico.
L'opera narra il processo e il martirio
dei sette figli della nobile matrona quiritia, Santa Felicita con particolare
riferimento all'ultimogenito Marziale, nel contesto dell'Antica Roma sotto
l'impero di Marco Aurelio. Non solo, racconta poeticamente la devozione e la fermezza
con cui quei giovani hanno amato Cristo fino all'effusione del loro sangue.
"La Tragedia di San Marziale - ha
sottolineato il sindaco Vincenzo Mirarchi - costituisce un patrimonio
immateriale per la nostra comunità. Non manca molto perché diventi un'opera
centenaria ed è per questo che abbiamo avviato l'iter per candidarla come
patrimonio immateriale dell'Unesco". Si tratta di un dramma sacro in
cinque atti composto da un professore di Catanzaro in lingua aulica che, di
generazione in generazione, tutti gli iscani si sono trovati ad interpretare
sotto diverse regie. Da anni, però, i registi sono Rodolfo Corigliano e Rosario
Mirijello.
"Sono molte le ipotesi - ha spiegato
Mirijello - sul perché venga messa in scena ogni sette anni. Alcuni dicono
perché sette erano i figli di Felicita, altri perché erano gli anni di Marziale
quando fu ucciso". Sono 70 anni che la tragedia viene riproposta e tanti
sono stati gli interpreti di Marziale Martire "perché - ha chiarito
Corigliano - il piccolo, vista la cadenza settennale non può essere
interpretato dallo stesso attore due volte, quest'anno, però, prima volta in 70
anni, Marziale, Domenico Anania, e Felicita, Ornella Lacroce, sono madre e
figlio sia nella finzione che nella vita reale".
Tutta Isca, il borgo e la marina, si è
mobilitata per onorare il Patrono e Protettore San Marziale Martire, in
particolare questa edizione è stata realizzata grazie all'intervento della Pro
Loco. "Un supporto il nostro - ha detto il presidente Antonio Raynal -
molto tecnico, specie quello di Elena Peruzzo, che si è dedicata anima e corpo
a quello che per noi è l'evento per eccellenza, offrendo contributi alle
scenografie e alla musica composta dal maestro Gianni Tirelli".
Scenografie, quelle utilizzate sul palco molto
essenziali perché grazie all'apporto di uno dei protagonisti, Giuseppe
Mirijello, che ha interpretato Marco Aurelio, è stata coinvolta l'Accademia
delle Belle Arti di Catanzaro con le scene attentamente studiate e realizzate
da Alessia Minniti della scuola di Scenografia dell'Aba. I disegni scenografici
sono stati poi inseriti nel led wall. Il video è stata l'unica scenografia da
sfondo.