domenica 21 gennaio 2018

Il Polo Museale della Calabria parteciperà a TourismA dal 16 al 18 febbraio a Firenze

Polo museale Calabria a Salone turismo
Iniziativa in programma a Firenze dal 16 al 18 febbraio
Il Polo Museale della Calabria parteciperà al "TourismA", il Salone dell'archeologia e del turismo culturale, che si terrà a Firenze dal 16 al 18 febbraio con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività culturali.
    Il 17 febbraio, infatti, dalle 9.30 alle ore 13, nell'ambito del Salone, è in calendario l'iniziativa "Obiettivo Calabria-Itinerari Paesaggi Musei", coordinata da Angela Acordon, direttore del Polo Museale della Calabria.

Altare Chiesa San Francesco - GERACE (RC)
 
 Nel corso della manifestazione i direttori di alcuni musei facenti parte del "Polo Museale della Calabria" terranno le loro relazioni con le quali metteranno in evidenza i tanti Beni storici, artistici e archeologici che contraddistinguono la regione.

giovedì 18 gennaio 2018

Il Castello di S. Severina ospita la Mostra "Colori dell'Iran"

Mostra in castello  a S. Severina "I Colori dell'IRAN"
Le opere di 40 artisti nel museo del piccolo borgo del crotonese
Segni e colori orientali in un paesino della Calabria profonda, un dialogo per legare culture distanti e diverse attraverso il linguaggio dell' arte. A questo mira la mostra "Artists 40 Artworks", in programma fino al 6 febbraio al Museo d'Arte Contemporanea di Santa Severina, un paese di poco più di duemila abitanti in provincia di Crotone.


    L' idea di riunire i lavori di 40 pittori iraniani, uomini e donne, è della Soraya Art, che promuove artisti contemporanei.
    Una mostra - precisano i promotori - organizzata a spese della società e senza scopo lucro dedicata a nomi "emarginati ed esclusi dal mercato internazionale dell' arte". Il direttore del Museo, Ferdinando Panza, definisce le opere "sorprendenti dal punto di vista qualitativo e tecnico, che investono lo spettatore con una bellezza orientale che si prospetta molto verso le caratteristiche dei grandi maestri dell' arte contemporanea occidentale. I colori, il fascino, il dinamismo di questi dipinti spingono una immaginazione onirica". Santa Severina da più di dieci anni è entrato nel circuito dei "Borghi più belli d'Italia". Il museo d' arte contemporanea, inaugurato un anno e mezzo fa, è ospitato nel castello normanno che venne fatto costruire nel secolo XI dal re Roberto il Guiscardo. La struttura, che si estende per circa diecimila metri quadrati, è considerata una delle fortezze antiche meglio conservate dell'Italia meridionale.

mercoledì 17 gennaio 2018

Il tramonto visto dalla costa Calabrese al vulcano Stromboli (Eolie)

Tramonto nel cratere del Vulcano Stromboli
Il tramonto nel cratere del vulcano Stromboli è il fenomeno ottico e geofisico naturale, effetto della particolare congiuntura astrofisica ed allineamento cosmico tra sole e terra, che si ripete ogni anno nel periodo variabile dal mese di giugno a quello di agosto, ed è visibile esclusivamente da determinate località della Calabria e della Sicilia orientate sul Mar Tirreno.

S. Maria dell'Isola (Tropea) con lo Stromboli al tramonto 
Il vulcano Stromboli è già riconosciuto dall’UNESCO come “Bene protetto dall’UNESCO” in quanto isola componente l’arcipelago delle isole Eolie, inserito nella lista del Patrimonio mondiale dal 2010. Il tramonto nel suo cratere rappresenta un effetto ottico di straordinaria bellezza, probabilmente unico al mondo.
Lo Stromboli è, infatti, uno dei pochissimi e rari vulcani attivi al mondo che presentano conformazione insulare e dunque emergente dal mare, e visibile ad occhio nudo dalla terra ferma, in particolare da tutta la costa calabra esposta sul versante tirrenico del Mar Mediterraneo, nonchè da numerose città e zone montane nell’entroterra aspromontano. L’effetto ottico straordinario del tramonto del sole nel cratere del vulcano, concorre a creare uno scenario che ha affascinato ed ispirato la tradizione e la cultura locale per secoli. Il vulcano è anche denominato “culla del sole”, “la bocca del gigante” e questa speciale congiuntura astrofisica, è definita localmente “la danza dei due fuochi”, “il bacio tra il sole e il vulcano”, “l’abbraccio delle sfere”. Si tratta di un elemento naturale strettamente connesso alla rappresentazione dell’ambiente, ed è percepito dalle comunità locali come elemento identitario e tipico del paesaggio.
Come fenomeno naturale è anche un elemento di attrazione turistica per importanti flussi di visitatori che ogni anno si recano nelle località interessate dal fenomeno per tentare di fotografare lo straordinario paesaggio. L'elevato impatto estetico del fenomeno sulla sfera emotiva dell'osservatore ha ispirato la poesia e l'arte locale.
Per promuovere questa candidatura e sostenere la valorizzazione del sito, si è recentemente costituito in Calabria un comitato territoriale fondato da quattro giovani operatori culturali ed esperti (Francesca Agostino, Marzia Matalone, Rocco Polistena e Maria Fedele) denominato "Network Mediterraneo", che sta raccogliendo le adesioni delle città e dei comuni (almeno 32 enti territoriali coinvolti tra enti calabresi e siciliani) che hanno visibilità sul fenomeno. 
La candidatura si fonda sul VII Criterio di selezione della Convenzione sul Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO, che richiede quali requisiti la sussistenza di "fenomeni naturali o atmosfere di una bellezza naturale e di una importanza estetica eccezionale"
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martedì 16 gennaio 2018

"Pollino More Experiences" iniziativa per raccontare il turismo nel Parco Nazionale

Nel Pollino, tra tradizione e paesaggio
Luoghi della natura e dell'anima nel cuore del Parco nazionale
Tradizione, storia e paesaggio.
    E' questo il mix costitutivo del progetto "Pollino More Experiences", un'iniziativa pensata per raccontare il turismo esperienziale nel Parco Nazionale del Pollino e per attrarre nuovi mercati turistici.
    All'interno del territorio dell'altopiano che segna il confine geografico e naturale tra Calabria e Basilicata si può effettuare un viaggio di tre giorni a cavallo. Un percorso "on the road" tra borghi antichi, comunità arbëreshë, enogastronomia e spiritualità.
    Lo scenario è quello del Parco nazionale del Pollino, non solo un'area che unisce le due regioni, ma una realtà che si pone come terra di mezzo tra comunità unite oggi da grandi opportunità di sviluppo turistico. Un Parco grande in tutti i sensi. Nelle sue manifestazioni ambientali ma anche, e soprattutto, nell'estensione che lo rende luogo assolutamente da vedere e da vivere. Simbolo è il Pino loricato, immensa scultura della natura in vita da centinaia di anni e che assume forme strabilianti, deve il nome alla sua corteccia che ricorda le armature antiche. Ma tra le montagne del Pollino svettano idealmente anche luoghi dell'anima e dello spirito: il santuario della Madonna delle Armi a Cerchiara di Calabria, luogo di meditazione e fede, tra i più pregevoli complessi monumentali di origine medievale è posto alle pendici del monte Sellaro a 1.015 metri sul livello del mare dove si può godere di una meravigliosa vista sulla Piana di Sibari e sul mar Jonio.
    Proseguendo il viaggio, c'è il Santuario della Madonna del Pettoruto, nel comune di San Sosti, sul versante occidentale del Parco nazionale, in un luogo solitario e ricco di mistero diviso tra la cima della Mula e la valle del Fiume Rosa. E ancora: il Santuario della Madonna del Pollino nella frazione Mezzana del Comune di San Severino Lucano, a 1537 metri di altezza. Da qui il panorama è mozzafiato e ci si trova nel cuore del Parco nazionale del Pollino sul versante lucano. Qui, ogni anno, migliaia di fedeli, il primo giovedì, venerdì e sabato di luglio, giungono per i festeggiamenti in onore della Santissima Vergine.
    Insomma un Parco e le sue tante meraviglie, quelle conosciute e apprezzate grazie al progetto "Pollino More Experiences", che aspettano solo di essere scoperte e vissute.

mercoledì 10 gennaio 2018

Gli Elefanti preistorici della Calabria

“Gli elefanti preistorici della Calabria” è il titolo di un lungo servizio pubblicato nell’ultimo numero di National Geographic Italia in cui si parla del ritrovamento, avvenuto poche settimane fa, del fossile di un antico elefante nei pressi del Lago Cecita, all’interno del Parco nazionale della Sila.
Un fatto che getta nuova luce sul passato della regione e solleva nuovi interrogativi sulle popolazioni che la abitavano e su alcuni misteriosi megaliti a poca distanza dagli scavi.
Lago Cecita (CS)
“In quello che è l’attuale territorio del Parco Nazionale della Sila – riporta il National Geographic – stanno venendo oggi alla luce importanti scoperte paleontologiche che parlano di un passato remoto che va ben al di là dell’età romana e della Magna Graecia; ultima e inaspettata il ritrovamento di resti di un elefante del Pleistocene, Palaeoloxodon antiquus o Elephas antiquus, sulle sponde del Lago Cecita, in provincia di Cosenza. Una scoperta notevole anche alla luce del possibile collegamento con alcuni megaliti situati non molto distanti dal lago Cecita: vicino all’abitato di Campana, a cavallo fra il Mar Jonio e la Sila, si stagliano infatti due imponenti strutture di pietra che a parere di diversi studiosi sarebbero il risultato di scalfittura di tipo antropico. In particolare una delle due supposte sculture mostra le sembianze di un elefante dalle zanne dritte, con ogni probabilità proprio Elephas antiquus”.
Nel servizio a cura di Giuseppe Intrieri, alcuni esperti intervistati: il geologo Alessandro Guerricchio dell’Università della Calabria, Antonella Minelli, dell’Università del Molise, Felice Larocca dell’Università di Bari e un’altro studioso, Domenico Canino, concordano sul fatto che “il ritrovamento dei resti di Elephas antiquus è ulteriore conferma dell’importanza archeologica, paleontologica e storica dell’altopiano silano di cui già si era a conoscenza grazie alla campagna di scavi del 2007, diretta sui tre laghi (Arvo, Ampollino, Cecita) dall’archeologo Domenico Marino e dal professor Armando Taliano Grasso”. In seguito a quella campagna venne infatti annunciata la scoperta del più antico insediamento umano d’altura della Calabria, datato tra il 3.600 ed il 3.350 a.C..
“La scoperta di Cecita – ha dichiarato recentemente il Presidente Oliverio, che pensa anche alla costruzione di un importante museo dei reperti calabresi – rafforza la candidatura della Sila a patrimonio dell’Unesco. I risultati di questa eccezionale e straordinaria scoperta fanno emergere la ricchezza complessiva del nostro territorio. Su di essa continueremo ad investire per sostenerla e per andare oltre”.

mercoledì 3 gennaio 2018

215 mila visitatori hanno visto i Bronzi di Riace nel 2017



Soddisfazione del Direttore Archeologico: risultato per certi versi sorprendente.
Il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria chiude il 2017 con un bilancio in positivo con oltre 215.000 visitatori. Si consolidano, infatti, in termini di presenze, i numeri raggiunti nell'anno che si è appena concluso."Il Museo - ha sostenuto il direttore Carmelo Malacrino - è riuscito a superare la cifra del 2016. È un risultato per alcuni versi sorprendente, considerate le note criticità dell'assetto infrastrutturale che rendono sempre più complicato raggiungere l'area dello Stretto. Ma al tempo stesso il dato conferma la potente capacità attrattiva del Museo, dovuta alla presenza non solo dei Bronzi di Riace e di Porticello, ma anche della ricca collezione permanente e di importanti esposizioni temporanee".
I Bronzi di Riace

    Un 2017 denso anche di attività con l'allestimento di mostre di ampio respiro, da "Nomisma. Reggio e le sue monete" a "Zankle e Rhegion. Due città a controllo dello Stretto", fino a "Dioniso. L'ebbrezza di essere un Dio".