L’ISTITUZIONE DEL COMUNE UNICO DENOMINATO “CORIGLIANO – ROSSANO”
Nel territorio dei comuni di Corigliano Calabro e Rossano è in atto uno spontaneo, apprezzabile quanto significativo movimento che coinvolge i singoli cittadini, le associazioni, le forze politiche e sindacali, i comitati e i gruppi di lavoro, e che è diretto a favorire l'istituzione dell'unione dei Comuni oggi identificati nelle città di Corigliano Calabro e Rossano, entrambi in provincia di Cosenza. L'Unione dei Comuni "Corigliano-Rossano" è vista, infatti, da molti non più come una possibilità improbabile bensì come una scommessa ragionevole che può essere portata all'attenzione della civica opinione, con grandi possibilità di riuscita.
Per fare ciò si rende, però, necessaria non la sola azione di fusione in un, unico progetto delle energie, delle idee, delle professionalità, dei saperi e delle risorse di queste due realtà cittadine ma anche la possibilità di avviare i necessari percorsi istituzionali, a partire dalla consultazione diretta dei cittadini interessati nella costruzione di maggiori e migliori servizi per la collettività, al fine di creare una maggiore incidenza del lavoro sociale, una migliore qualità della vita del territorio e benefici effetti sul restante comprensorio. La complessità dei problemi e dei bisogni sociali maturati all'interno di queste due comunità locali richiede risposte sicure di cittadinanza attiva e garanzie adeguate per la cura degli stessi Comuni, che a loro volta sono i referenti istituzionali per la programmazione e per la gestione degli interventi sociali.
Una Unione, insomma, che sia aperta fondamentalmente alla sperimentazione di iniziative di promozione e di innovazione sociale. Le normative in vigore assegnano, infatti, ai Comuni un ruolo di protagonisti in materia di politiche e servizi sociali e spinge tali enti a ricercare soluzioni politico-amministrative in grado di assicurare l'erogazione di nuove e più efficienti prestazioni sociali.
Questa Unione intende avere caratteristiche culturali e valoriali che favoriscono nuove prese di coscienza collettiva del "bene comune".
Si è ormai giunti, infatti, alla considerazione che una ricomposizione territoriale di queste città debba superare i campanilismi deleteri di cui hanno sempre sofferto, aiutando le due differenti identità e culture locali ad esprimersi.
Ciò non deve, certo, significare esprimersi contro altre forme istituzionali di aggregazione democratica o definirsi "contro" altre identità e culture vicine ma, al contrario, vuoi dire esser capaci di stare all'altezza dei compito che il diritto pubblico moderno assegna ai Comuni, nell'ambito di una sfida diretta verso il futuro e verso le nuove generazioni.
La molteplicità delle culture che da secoli sono qui esistite, testimonia che questo compito nuovo è non solo realizzabile ma anche necessario per ridare a queste due Città ed a questo territorio la dignità che merita senza attendere oltre soluzioni che restano auspicabili ma che il troppo tempo trascorso si è incaricato di dimostrare che sono ancora, purtroppo, lontane ed incerte. Del resto nei territorio che attualmente è ricompresso nei comuni di Corigliano Calabro e Rossano esistono:
- una concentrazione di attività imprenditoriali che non ha eguale in altro luogo della regione; un'agricoltura di primissimo ordine presente con produzioni di eccellenza in continuo sviluppo;
- un terziario che copre tutte le specifiche più significative, compresa quella dei trasporti passeggeri e merci con aziende tra le più qualificate;
- un reticolo di uffici burocratici di livello provinciale, tutto da sviluppare anche nel senso della new economy;
- infrastrutture importanti come due aree industriali ed un polo agro/alimentare ancora da strutturare ma molto promettente;
- un porto industriale, civile e turistico da grande avvenire;
- un'industria turistica con punti di richiamo unici nel panorama regionale e meridionale, connessa sia a bellezze paesaggistiche che naturalistiche, nonché ad un patrimonio culturale di straordinario interesse e rilievo addirittura internazionali.
Questa grezza, sintetica e per ciò stesso incompleta elencazione, è sufficiente tuttavia a dare un senso all'iniziativa di promuovere l'unione di questi due comuni contigui e, quindi, a quella di promuovere un referendum consultivo. Infatti, l'unione dei due comuni potrebbe rappresentare una risposta al perché da anni, questa importante e strategica realtà territoriale non genera il grande sviluppo che potrebbe e favorirebbe l'avvio di un circuito virtuoso tale da contagiare l'intero territorio regionale e quello delle regioni vicine come la Basilicata, la Puglia e la Campania.
Le due città di Corigliano e Rossano, inoltre, sono una città-cerniera tra due straordinari poli di sviluppo: Sibari e Crotone. Sibari e Crotone sono un grande attrattore culturale con elevatissime potenzialità di sviluppo turistico, ma che purtroppo a tutt’oggi sono solo marginalmente sfruttate.
La "nuova" città di Corigliano-Rossano ha al suo interno un considerevole patrimonio di risorse e competenze che possono essere messe a servizio dello sviluppo di queste due polarità. Nel cosentino sono ormai disponibili competenze ed esperienze importanti nel campo della gestione e della valorizzazione dei beni culturali, che potrebbero essere canalizzate e maggiormente specializzate verso lo sviluppo turistico della Sibaritide.
La nuova città deve configurarsi, dunque, in un unico Comune che candida il proprio territorio ad essere una vera e propria piattaforma di servizi avanzati ed innovativi a sostegno di uno sviluppo che si svolge lungo l'asse che da Sibari si snoda sino a Crotone. Lungo questo asse si collocano diverse e numerose aree ed agglomerati industriali.
Insistono su questa direttrice parchi ed aree protette la cui valorizzazione è naturale risorsa da attivare nella logica di uno sviluppo a rete che faccia sistema, che superi l'idea di una crescita territoriale frammentata e di tipo puntiforme.
La nuova città va rilevato, inoltre, che già oggi si configura come naturale area attrattiva di promozione di uno sviluppo che si proietta ed integra verso e da il mare Jonio; in questo contesto particolarmente interessante è l'asse della direttrice Sibari-Crotone. La soluzione istituzionale che qui si propone, quella cioè della creazione di una sola Città tra Corigliano e Rossano, quindi di una sola Amministrazione al posto dell'attuale diarchia, non è neppure un fatto nuovo nella nostra regione, in quanto già accaduto a Lamezia Terme che prima era formata dai comuni di Nicastro, di Sambiase e di Sant'Eufemia Lamezia. Per altro verso nella vicina Cosenza si discute della fusione con Rende e Castrolibero.
Corigliano Calabro e Rossano, inoltre, sono le città calabresi che più di tutte sono state interessate di recente dai recenti fenomeni di "tracimazione" amministrativa e funzionale. Trent'anni fa, queste città erano fisicamente autocontenute; oggi, al contrario, sono città molto più articolate, materialmente policentriche. Corigliano Calabro e Rossano sono di fatto un'unica città, animata da una intensa rete di mobilità urbana e di servizi collettivi.
Attualmente nelle due città di quest'area della Sibaritide vivono stabilmente circa 80mila abitanti, senza considerare le diverse migliaia di persone che, per motivi di lavoro, vi risiedono per la maggior parte dell'anno. Queste due città "di fatto" addensano una popolazione già apprezzabile sotto il profilo della soglia minima per sfruttare economie di agglomerazione e per offrire gamme di servizi di più alto profilo qualitativo. Più importante è tuttavia l'ancora notevole potenzialità attrattiva di queste due città nel loro insieme, sia nei confronti di segmenti significativi di popolazione calabrese ed extraregionale, sia soprattutto nei confronti della possibile localizzazione di nuove attività economiche ed imprenditoriali avanzata ed innovative.
Infine, non è secondario considerare che con una Città di quella grandezza, bene impiantata sul territorio, la prospettiva dell'istituzione di una sesta Provincia sarebbe sicuramente più vicina e pur restando, le due tematiche, opportunamente distinte, non v'è alcun dubbio che in un'ipotesi del genere, andrebbero riconsiderate tante cose e non sarebbe più tanto facile non "fare i conti" con una città demograficamente più rilevante dello stesso attuale capoluogo. Occorre, pertanto, prendere coscienza che nelle Istituzioni locali si sta tentando di stimolare risposte innovative e partecipative per i cittadini, in quanto bisognosi di servizi, abituandole a formulare più che richieste di maggiori servizi e quindi di maggiori contributi, proposte innovative e nuovi modelli da sperimentare e, se del caso, trasmettere ad altre realtà. Il tutto per sostenere una partecipazione sempre più reale delle popolazioni e nel nostro caso delle due popolazioni di Corigliano e Rossano, nelle loro molteplici espressioni e nei loro differenti interessi, favorendo e misurando nella quotidianità e nella continuità gli impegni che l'Unione dei Comuni può assumere su di sé e che può effettivamente disimpegnare grazie agli strumenti di democrazia costruiti dal basso ed alle modalità istituzionali più innovative.
Con l'istituzione dell'Unione dei Comuni si potrà finalmente implementare in questa nuova area ridefinita sul piano urbanistico ed istituzionale, una pratica reale del principio di sussidiarietà per cui le diverse aggregazioni di base si mobiliteranno e si organizzeranno per risolvere da vicino e da protagoniste le questioni e le problematiche emergenti nell'intero territorio. Così pure si intenderà arricchire l'esperienza ed il principio di solidarietà, per cui le differenti componenti istituzionali e sociali dovranno necessariamente riorganizzarsi per garantire il bene comune.
Il nuovo comune, inoltre, diventerebbe fattore attrattivo e punto d'eccellenza generatore di nuove opportunità.
Le città di Corigliano e Rossano sono oggettivamente luoghi rinomati di indubbia valenza storica, e possono quindi presentarsi come un moderno fattore di marketing territoriale. L'Unione dei Comuni deve, quindi, poter essere in grado di costruire il suo futuro, migliorando la sua qualità urbana ma anche garantendo il potenziamento delle sue capacità di essere una città a "servizio" dello sviluppo regionale. Per diventare ciò, l'area urbana di questa zona deve necessariamente aggregarsi intorno ad una città unica, superando i vecchi confini amministrativi e sprigionando le plurime ed importanti potenzialità di crescita. Il nuovo comune, infatti, non può configurarsi come semplice processo di espansione dei confini territoriali e municipali delle attuali città. L'Unione dei Comuni "CORIGLIANO-ROSSANO" dovrà essere espressione di integrazioni e di complementarità di elementi di un'organizzazione urbana articolata con le realtà socioeconomiche presenti negli attuali agglomerati urbani. Il nuovo comune non si potrà fondare soltanto sulla sottrazione delle qualità e dei livelli dei servizi che autonomamente offrono le attuali singole municipalità. Il progetto di unificazione dovrà, invece, essere opportunità reale di sviluppo per esaltare le componenti di decentramento ed autogoverno dei diversi siti territoriali, identificati secondo obiettivi criteri di omogeneità ed identità storiche, sociali e culturali. Anzi, in questo quadro l'obiettivo da perseguire è quello della ottimizzazione, modernizzazione ed una maggiore funzionalità dei servizi.
I vantaggi dei cittadini potranno riguardare anche una secca riduzione degli attuali parametri della fiscalità comunale.
Lo svolgimento di un referendum consultivo diventa, pertanto, prerogativa fondamentale. Passo propedeutico che dovrà precedere il pronunciamento dei Consigli Comunali interessati prima che lo stesso Consiglio Regionale approvi la legge di istituzione del nuovo Comune. Nell'art. 1 del presente progetto di legge, si richiede l'istituzione di un nuovo Comune che unifica gli attuali territori e municipi di Corigliano Calabro (CS) e Rossano (CS), attraverso un referendum consultivo; nell'art. 2 si conferma la possibilità di creare Circoscrizioni cui delegare compiti amministrativi in funzione dei Comune; l'art. 3 contiene il testo della domanda da esporre ai cittadini per l'istituzione del nuovo comune "Corigliano-Rossano"; nell'art. 4 come menzionato anche sopra, si conferma l'istituzione del nuovo comune solo con apposita legge regionale; l'art. 5 conferma le modalità previste dalla L.R. 13/1983; mentre l'art. 6 richiede la copertura totale delle spese utili alla consultazione referendaria a totale carico della Regione Calabria.